Il destino di ogni uomo è un segreto sepolto
nel silenzio... Il silenzio in cui si sono suicidati gli scrivani di
Vectis. Dopo aver compilato la sterminata Biblioteca che riporta il
giorno di nascita e di morte di ogni uomo vissuto dall'VIII secolo in
poi, la loro eredità è una data: il 9 febbraio 2027. Ma la giovane
Clarissa non sa nulla di tutto ciò. Il suo unico pensiero è fuggire.
Fuggire da quell'abbazia maledetta, per mettere in salvo il dono più
prezioso che Dio le abbia mai concesso. Il futuro dell'umanità è un
mistero nascosto tra le pagine di un libro... Il libro in cui è indicato
il giorno del giudizio. Mentre il mondo s'interroga su cosa accadrà
davvero il 9 febbraio 2027, alcune persone ricevono una cartolina sulla
quale ci sono il disegno di una bara e una data: il giorno della loro
morte. Proprio come all'inizio della straordinaria serie di eventi che
avevano portato alla scoperta della Biblioteca dei Morti. C'è soltanto
una differenza: tutte le "vittime" sono di origine cinese. È una
provocazione? Un avvertimento? L'ultima verità non è mai stata
trovata... Will Piper ha trovato la pace: sa che vivrà oltre il 9
febbraio 2027, e ha deciso di lasciarsi alle spalle l'enigma della
Biblioteca di Vectis e la sua secolare scia di sangue. Almeno finché suo
figlio parte all'improvviso per l'Inghilterra e poi sparisce nel nulla.
D'un tratto, per Will, ogni cosa torna a ruotare intorno all'origine
della Biblioteca dei Morti. Lì dove tutto è cominciato. E dove tutto
finirà.
Degna conclusione della trilogia della Biblioteca, dopo il leggero appannamento del secondo libro si torna ai grandi fasti del primo con grande intensità, con la nuova scoperta su suolo inglese e tutti gli sviluppi necessari. Non mancano i consueti sbalzi temporali tra passato e presente, anche vista la data sarebbe meglio chiamarlo futuro. Will Piper torna in gran spolvero, cosi come sua moglie Nancy, ma anche la new entry il figlio adolescente Phil si dimostra all'altezza dei grintosi genitori. Al solito come spesso accade con il buon Glenn ci si incolla alle pagine e ci si ritrova a fare le ore piccole pur di leggee ancora qualche pagina.
L'amaro in bocca è che non avemo più storie dedicate alla biblioteca...
O forse sì...
Da leggere certamente, direi che lo pronuovo a pieni voti.
martedì 25 dicembre 2012
venerdì 21 dicembre 2012
La poesia di Vasco Rossi - Antonio Malerba
Ringrazio innanzitutto l'autore chi mi ha fornito il libro, e poi passiamo alla descrizione dello stesso.
Ascoltando le canzoni di Vasco, ma anche leggendone le interviste e gli scritti, si ha la sensazione di una grande coerenza e profondità di significati. Tra i temi più sentiti: il sentimento del finito, la crisi delle verità, la vita come caos, il male di vivere, il valore consolatorio della musica.
Il testo si sofferma su questi e altri temi, in un dialogo serrato e stringato con le parole di Vasco. Il testo suggerisce anche un parallelo con le riflessioni di Nietzsche, uno degli scrittori più letti e apprezzati da Vasco.
Bene posso dire che il libro è scritto come struttura in una maniera particolare, alternando citazioni di canzoni o di interviste, a citazioni di Nietzsche con delle analisi e paragoni sui testi.
Piaccia o non piaccia è innegabile che Vasco Rossi abbia dei testi molto profondi, alcuni molto espliciti, altri in cui bisogna un pò leggere tra le righe, e per me che sono un Vaschista da sempre è stato un vero piacere leggere questo libro, che approfondisce molti temi cari al Blasco.
Poche pagine ma dense di emozioni, le stesse che regala Vasco quando sale su un palco, dove con un contorno rock tocca molti temi sociali, ma mai spacciandoli per verità assolute, infatti come viene detto sia da Vasco che dall'autore non esistono verità assolute. Vi consiglio di leggerlo, perchè merita.
Per ultima cosa vi fornisco un link dove trovate l'intervista all'autore.
http://www.blogtaormina.it/2012/12/16/antonio-malerba-la-poesia-di-vasco-rossi/139510
E infine il sito dedicato al libro http://www.antoniomalerba.it/
Ascoltando le canzoni di Vasco, ma anche leggendone le interviste e gli scritti, si ha la sensazione di una grande coerenza e profondità di significati. Tra i temi più sentiti: il sentimento del finito, la crisi delle verità, la vita come caos, il male di vivere, il valore consolatorio della musica.
Il testo si sofferma su questi e altri temi, in un dialogo serrato e stringato con le parole di Vasco. Il testo suggerisce anche un parallelo con le riflessioni di Nietzsche, uno degli scrittori più letti e apprezzati da Vasco.
Bene posso dire che il libro è scritto come struttura in una maniera particolare, alternando citazioni di canzoni o di interviste, a citazioni di Nietzsche con delle analisi e paragoni sui testi.
Piaccia o non piaccia è innegabile che Vasco Rossi abbia dei testi molto profondi, alcuni molto espliciti, altri in cui bisogna un pò leggere tra le righe, e per me che sono un Vaschista da sempre è stato un vero piacere leggere questo libro, che approfondisce molti temi cari al Blasco.
Poche pagine ma dense di emozioni, le stesse che regala Vasco quando sale su un palco, dove con un contorno rock tocca molti temi sociali, ma mai spacciandoli per verità assolute, infatti come viene detto sia da Vasco che dall'autore non esistono verità assolute. Vi consiglio di leggerlo, perchè merita.
Per ultima cosa vi fornisco un link dove trovate l'intervista all'autore.
http://www.blogtaormina.it/2012/12/16/antonio-malerba-la-poesia-di-vasco-rossi/139510
E infine il sito dedicato al libro http://www.antoniomalerba.it/
mercoledì 19 dicembre 2012
Lo Hobbit - J.R.R. Tolkien
"Lo hobbit" è il libro con cui Tolkien ha
presentato per la prima volta, nel 1937, il foltissimo mondo mitologico
del Signore degli Anelli, che ormai milioni di persone di ogni età,
sparse ovunque, conoscono in tutti i suoi minuti particolari. Tra i
protagonisti di tale mondo sono gli hobbit, minuscoli esseri "dolci come
il miele e resistenti come le radici di alberi secolari", timidi,
capaci di "sparire veloci e silenziosi al sopraggiungere di persone
indesiderate", con un'arte che sembra magica ma è "unicamente dovuta a
un'abilità professionale che l'eredità, la pratica e un'amicizia molto
intima con la terra hanno reso inimitabile da parte di razze più grandi e
goffe" quali gli uomini. Se non praticano la magia, gli Hobbit
finiscono però sempre in mezzo a feroci vicende magiche, come capita
appunto a Bilbo Baggins, eroe quasi a dispetto di questa storia, che il
grande "mago bianco" Gandalf coinvolgerà in un'impresa apparentemente
disperata: la riconquista del tesoro custodito dal drago Smog. Bilbo
incontrerà così ogni sorta di avventure, assieme ai tredici nani suoi
compagni e a Gandalf, che appare e scompare, lasciando cadere come per
caso le parole degli insegnamenti decisivi. E il ritrovamento,
apparentemente casuale, di un anello magico, è il germe della grande
saga che Tolkien proseguirà nei tre libri del "Signore degli Anelli"
illuminando nel suo durissimo senso un tema segreto de "Lo hobbit": cosa
fare dell'Anello del Potere?
In piena fase del primo (splendido) dei tre film dedicati, mi son riletto (finalmente) il libro. Tornare nella terra di mezzo è sempre un piacere e se paragonato a Il signore degli anelli, o Il silmarillion o i libri dei Racconti perduti ritrovati incompiuti, dove come testo risulta molto più semplice, non perde certo la sua magia.Il viaggio di Bilbo può in un certo caso esser paragonato a quello di Frodo, dove da quasi un epso per gli altri si rivela determinante per la riuscita dell'avventura. Tutta la magia dle mondo Tolkeniano è presente, con la compagnia di nani e hobbit alla vota della loro avventura di ricerca del tesoro e del drago, con le insidie che loro si troveranno sulla strada, tra troll, orchi, mannari, ma anche lincontro con gli Efi Silvani, Beorn e gli uomini oltre che il consuto pasaggio a Granburrone. Un'opera che nessun fan delle opere di Tolkine può fare a meno spcie per capite meglio la storia del Signore degli anelli, magari abbinandolo a Il silmarillion.
Particolarmente importate le parti nela grotta degli ornchi con l'incontro con Gollum. Opere comne questa non hanno eguali, e spero prima o poi di riuscire a rileggere il Signore degli anelli.
In piena fase del primo (splendido) dei tre film dedicati, mi son riletto (finalmente) il libro. Tornare nella terra di mezzo è sempre un piacere e se paragonato a Il signore degli anelli, o Il silmarillion o i libri dei Racconti perduti ritrovati incompiuti, dove come testo risulta molto più semplice, non perde certo la sua magia.Il viaggio di Bilbo può in un certo caso esser paragonato a quello di Frodo, dove da quasi un epso per gli altri si rivela determinante per la riuscita dell'avventura. Tutta la magia dle mondo Tolkeniano è presente, con la compagnia di nani e hobbit alla vota della loro avventura di ricerca del tesoro e del drago, con le insidie che loro si troveranno sulla strada, tra troll, orchi, mannari, ma anche lincontro con gli Efi Silvani, Beorn e gli uomini oltre che il consuto pasaggio a Granburrone. Un'opera che nessun fan delle opere di Tolkine può fare a meno spcie per capite meglio la storia del Signore degli anelli, magari abbinandolo a Il silmarillion.
Particolarmente importate le parti nela grotta degli ornchi con l'incontro con Gollum. Opere comne questa non hanno eguali, e spero prima o poi di riuscire a rileggere il Signore degli anelli.
martedì 4 dicembre 2012
Sarum - Edward Rutherfurd
Sono trascorsi quasi diecimila anni da quando, spinti dal gelo e dalla
fame, Hwll, Akun e Tep raggiunsero la regione di Sarum, uniti
dall'amore, separati dall'odio, ma comunque legati a quella terra.
Generazione dopo generazione fino ai nostri giorni. E' la storia, ora
buia ora radiosa, del lungo cammino dell'uomo. Questo è il libro della
memoria. Una lunga irresistibile corsa attraverso i secoli. Uno
splendido atto d'amore dedicato al luogo più magico di tutta
l'Inghilterra.
Avevo letto e apprezzato dell'autore du libri sui più recenti quelli sulla storia irlandese e sebbene questo sia stato fatto sullo stesso stampo, non mi ha dato le stesse soddisfazioni. Lo ho trovato tropo pesante specie le prime 300 pagine, ma poi non è che migliori molto. Come dicevo ha usato lo stesso stampo dei libri irlandesi (ma non solo quelli ci snon anche London, Russka, New York e La foresta fatti con lo stetto stampo) con quello che è un pò il suo marchio di fabbrica racontare la storia di una polazione e posto attraverso un miscuglio di personaggi veri e fittizzi e dei loro discendenti durante i secoli, cosa che ha ispirato altri autori come Ken Follett per il suo I pilastri della terra.
In questo caso si tratta della cittadina di Sarum l'odierana Salisbury nel sud dell'Inghilterra che tra l'altro è la città natale dell'autore partndo dal paleolitico fino ad arrivare ai giorni nostri o quasi . Questa volta il libro è troppo pesante a tratti noioso, niente a che vedere con la magia dei due libri irlandesi, forse poteva snellirlo un pò. Mi ha deluso decisamente.
Avevo letto e apprezzato dell'autore du libri sui più recenti quelli sulla storia irlandese e sebbene questo sia stato fatto sullo stesso stampo, non mi ha dato le stesse soddisfazioni. Lo ho trovato tropo pesante specie le prime 300 pagine, ma poi non è che migliori molto. Come dicevo ha usato lo stesso stampo dei libri irlandesi (ma non solo quelli ci snon anche London, Russka, New York e La foresta fatti con lo stetto stampo) con quello che è un pò il suo marchio di fabbrica racontare la storia di una polazione e posto attraverso un miscuglio di personaggi veri e fittizzi e dei loro discendenti durante i secoli, cosa che ha ispirato altri autori come Ken Follett per il suo I pilastri della terra.
In questo caso si tratta della cittadina di Sarum l'odierana Salisbury nel sud dell'Inghilterra che tra l'altro è la città natale dell'autore partndo dal paleolitico fino ad arrivare ai giorni nostri o quasi . Questa volta il libro è troppo pesante a tratti noioso, niente a che vedere con la magia dei due libri irlandesi, forse poteva snellirlo un pò. Mi ha deluso decisamente.
domenica 2 dicembre 2012
Io sono Helen Driscoll - Richard Matheson
Tom Wallace conduce un'esistenza normalissima con la moglie Anne e il
figlioletto Richard. Una sera, durante una cena in casa di amici, suo
cognato Phil dichiara di essere capace di ipnotizzare chiunque, e fargli
compiere atti che, in stato cosciente, non farebbe mai; ed è proprio
Tom a essere scelto per un esperimento. Al termine della serata, però,
Tom scopre che la sua mente è in grado di captare le onde telepatiche
presenti nei luoghi in cui si trova, consentendogli di leggere nei
pensieri delle persone accanto a lui e di entrare in contatto con
l'inquietante presenza di una giovane donna, uno spirito che sembra
vivere in casa sua: Helen Driscoll. Ma chi è costei? E qual è il
messaggio che i suoi occhi imploranti hanno per lui? Un racconto in cui
l'inverosimile irrompe nella vita quotidiana, coinvolgendo il
protagonista in una disperata lotta per non scivolare nel baratro della
follia e per non perdere ciò che più caro ha al mondo: l'amore per la
sua famiglia.
Questo libro ci porta nei meandri della mende quando il malcapitato Tom Wallace dopo un esperimento di ipnosi si ritrovasuo malgrado con il cosidetto "dono". Tutto inizia quando inizia vedere una donna in casa sua che dice di chimarsi Helen Driscoll ma è solo linizio, la sua vità è destinata a cambiare. Il tema centrale è proprio il cambiamento che avere una certa percezione porta nel relazionarsi agli altri, che iniziano a vederlo come una sorta di mostro, ad aver paura di lui, perfino sua moglie. Il libro è tutto un sugguersi del suo camviamente e del non saperlo controllare. Il finale non mi ha invece soddisfatto, sembra fatto alla bene e meglio pr chiudree in fretta il libro, che resta comunque una discreta lettura.
Questo libro ci porta nei meandri della mende quando il malcapitato Tom Wallace dopo un esperimento di ipnosi si ritrovasuo malgrado con il cosidetto "dono". Tutto inizia quando inizia vedere una donna in casa sua che dice di chimarsi Helen Driscoll ma è solo linizio, la sua vità è destinata a cambiare. Il tema centrale è proprio il cambiamento che avere una certa percezione porta nel relazionarsi agli altri, che iniziano a vederlo come una sorta di mostro, ad aver paura di lui, perfino sua moglie. Il libro è tutto un sugguersi del suo camviamente e del non saperlo controllare. Il finale non mi ha invece soddisfatto, sembra fatto alla bene e meglio pr chiudree in fretta il libro, che resta comunque una discreta lettura.
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