Eccoci all'ottavo libro della seria di Erica e Patrick.
Decisa a cominciare una nuova vita, Ebba fa
ritorno a Valö, la splendida isola della sua infanzia affacciata sulle
casette bianche e le rocce scoscese di Fjällbacka, nell'idillio
dell'arcipelago svedese. Vuole rimettere a posto la colonia che le
appartiene e che non ha più rivisto dal giorno in cui, una vigilia di
Pasqua di molti anni prima, la sua famiglia scomparve nel nulla,
lasciando dietro di sé solo una tavola apparecchiata a festa e una
bambina di un anno che vagava smarrita. Nessuno li rivide più; nessuno
fu mai in grado di stabilire cosa fosse realmente accaduto. Un mistero
che da sempre stuzzica la curiosità di Erica Falck, ora entusiasta
all'idea di poter riprendere in mano la sua personale indagine su
quell'oscura storia. Ma sembra che per Ebba non ci sia pace. Qualcuno
vuole allontanarla, disposto a tutto per proteggere il segreto
dell'isola. Dopo un incendio scoppiato nella notte, le minacce si fanno
sempre più incalzanti: Ebba ha già perso tutto, eppure c'è ancora
qualcuno che desidera la sua morte. A Erica e Patrik non resta che unire
le forze per trovare le ragioni di un rancore che gli anni non hanno
placato, cominciando da un debole indizio: vecchie tracce di sangue che i
lavori di restauro hanno portato alla luce nella colonia di Valö. Una
sorta di filo rosso che si snoda a ritroso, conducendo a un passato
lontano quando, all'inizio del secolo scorso, Fjällbacka conobbe una
misteriosa "fabbricante di angeli".
Rispetto ai libri precedenti parte un pò con il freno a mano tirato, con la vicenda di Ebba e del solito sguardo al passato, ma con il passare della pagine prende vigore arrivando ad un gran finale. Mellber prende punti per come ha trattato John degli Amici della Svezia, mentre Erica in questo libro ne ha conbinate di cotte e di crude tra intralci alle indagini di Patrick, mettendo a rischio la vita e via dicendo, e Patrick che accenna solamente a un lieve incazzatura c'ha una pazienza come pochi. Molto intrigante la storia di Ebba e delle sue antenate. Riguardo il filone narrativo dedicato agli "Amici della Svezia che il libro sia stato scritto poco prima dei fatti di Oslo 2011 come scritto nei ringraziamenti dalla stessa autrice. Promosso.
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