Scusate l'assenza ma il caldo mi blocca nella lettura. a veniamo al libro che ho letto "I muri di Belfast" di Marina Petrillo.
Concepito come un reportage, sofferto come un diario, I muri di Belfast porta sulla scena i volti e le voci di una città sconvolta dall'odio e dall'incomprensione. A parlare sono soprattutto gli abitanti dei quartieri più disederati, cattolici e protetanti, che all'ombra della presenza britannica pagano da venticinque anni il prezzo di un conflitto che li allontana di nuovo da un concreta possibilità di pace. Raccontano la presenza della guerra nella vita di tutti i giorni, l'abitudine all'emergenza, la stanchezza di una lotta che sempre più spesso sembra aver perso significato. E sopratutto le speranze e i dubbi, i progetti e le difficoltà di una ttegua che non si pensava potesse finire.
Dal cessate il fuoco proclamato dall'IRA nell'agosto del 1995 alla ripresa delle ostilità diciotto mesi dopo. Marina Petrillo ccoglie, tra eventi pubblici e spaccati di vita quotidiana, la paura e la volontà di ricominciare della gente di Belfast sullo sfondo di un remoto proceso di pace.
Vito la temaitca del libro c'è poco da commentare, è una lettura molto interessante, un reportage accurato sul cessate il fuoco e la sua fine, con racconto della popolazione sia cattolica e repubblicana, sia protestante e unionista, sul periodo di guerra con le violenze all'ordine del giorno e sulle speranze del cessate il fuoco.
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