La mia ultima lettura è questo breve racconto fiaba, scritto da Caterina Basile, con disegni di Sara Dodic.
La descrizione delle quarta di copertina recita:
"Ankaa" è una favola dove i protagonisti sono
animali e piante. Tra di essi compaiono anche due umani, che però
vengono visti come parte integrante della natura e non sovrani di
questa. È proprio ciò la chiave di lettura della favola. Sono stati
usati i nomi di Adamo ed Eva perché culturalmente sono gli stereotipi
dell'uomo e della donna all'inizio dei tempi. La favola è stata scritta
durante un viaggio in territori Celti dove i luoghi di culto sorgevano
nello stesso luogo dove si seppellivano i propri cari, poiché la morte
faceva parte dell'armonia naturale. Mentre oggi i cimiteri sono alla
periferia della città e la morte stessa è vista come un tabù. Ciò è
appunto ripreso nelle favole dove gli umani hanno sentito l'esigenza di
separare il mondo dei morti dal mondo dei vivi: "Gli uomini chiesero al
fiume RA poiché paurosi della morte, di essere protetti da essi stessi
una volta morti"
Favola breve ma decisamente toccante con il mondo dei vivi diviso da qullo dei morti da un'impetuso fiume, ma con Ankaa che li vuole unire, ma nel suo lungo rotolare da una parte all'altra è vista con diffidenza sia dagli uomini che dagli animali, troppo impauriti dal regno dei morti.
Anche la parte grafica ben si compagna con quello lo scritto
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