mercoledì 20 agosto 2014

Il sotterraneo dei vivi - Douglas Preston & Lincold Child

William Smithback, giornalista del “New York Times”, e sua moglie Nora Kelly, antropologa al Museo di Storia Naturale, subiscono una brutale aggressione nel loro appartamento di Manhattan. L’assassino, ripreso dalle telecamere di sicurezza, è identificato senza ombra di dubbio con Colin Fearing, un vicino di casa, il quale, però, risulta deceduto dieci giorni prima… Quello che sembrava un caso già risolto si trasforma presto in un’indagine inquietante e piena di sorprese. Mentre il capitano Laura Hayard conduce l‘inchiesta ufficiale, Aloysius Pendergast, l’agente speciale dell’FBI, e il tenente Vincent D’Agosta portano avanti una loro personale e poco ortodossa azione investigativa. Seguendo l’unica traccia in loro possesso – un reportage sulle sette seguaci del voodoo che il giornalista aveva realizzato poco prima di morire – Pendergast e D’Agosta si ritroveranno in un luogo di cui non avrebbero mai sospettato l’esistenza, la fantomatica “La Ville”, tetro edificio di periferia dove, ogni notte, vengono celebrati oscuri riti magici. E dove si nasconde non solo la chiave della morte di Smithback, ma anche un terrificante segreto: il segreto di chi, dalla morte, ha scoperto come ritornare…

Pur apprezzando le indagini particolari dell'agente Pendergast questo libro non è all'altezza di altre sue avventure.  La tensione manca per buona parte del libro come anche le indagini latitano, abbiamo solo questi "zombie" che vagano mietendo vittime ma il libro lo trovo abbastanza anonimo. Certo il finale risolleva un pò il tutto dall'irruzione di Pendergast e D'Agosta nel covo della setta in poi ma la part prima è abbastanza vuota.
Certo Pendegast rimane un personaggio che non si può che adorare con le sue intuizioni, ma lo preferivo quando lavorava con "civili" prima della comparsa di D'Agosta come in "La stanza degli orrori" dove abbiamo anch due peronaggi presenti pure in questo libro o in "Natura morta". Si legge ma poteva essere meglio

lunedì 11 agosto 2014

La ragazza dei fiori morti - Amy MacKinnon

Clara Marsh prepara i cadaveri. Li trucca, li veste di fiori, li rende presentabili per la veglia funebre, così chi li ha amati in vita può guardarli un'ultima volta con l'illusione che niente sia mutato. Nel passato di Clara ci sono abbandoni e violenze, e forse per questo il suo presente è popolato solo dalla discreta vicinanza dei morti e dal silenzioso dialogo con i fiori. Ma la sua vita solitaria vacilla nel momento in cui Trecie mette piete nel freddo laboratorio delle pompe funebri. Chi è quella strana bambina, troppo fragile, indifesa e giovane per un posto del genere? Una creatura che -intuisce Clara- non è stata amata asufficienza. E che le ricorda un'altra bambina, assassinata qualche anno prima, rimasta senza nome. Un giorno inspiegabilmente, Trecie non compare più, svanita nel nulla. Clara è costretta a uscire dal suo isolamento. Deve salvare Trecie, se non è troppo tardi...

Era tanto che volevo leggere questo libro, ma la lettura non ha ripagato l'attesa. L'ambientazione del thriller nel mondo delle Pompe Funebri era anche interessante, ma il libro lascia parecchio a desiderare. I personaggi sembrano tagliati con l'accetta, mancano completamente di caratterizzazione, la storia è molto farraginosa, e manca completamente di tensione. Poi il finale è assurdo, non si capisc se Trecie è uno spirito o un'allucinazione, o che altro, che poi viene vista da due persone e nessuna delle due si faccia domande su cosa sia...
Deludente.

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