È l’autunno del 1990 e la cortina di ferro si sta sbriciolando. A
Stoccolma, ai piedi della terrazza di Ersta, viene trovato il corpo di
un uomo che porta con sé un passaporto albanese, ma le autorità del suo
paese sostengono che non esiste nessuno con quel nome. Il caso viene
rapidamente archiviato come suicidio, una soluzione affrettata che
sollecita la curiosità di un giornalista a caccia di inchieste. Dopo una
serie di insuccessi privati e lavorativi, Tobias Meijtens fiuta
finalmente il pezzo che potrebbe fargli fare il grande salto e
garantirgli un posto fisso al quotidiano per cui lavora. Tanto più che,
poco tempo dopo, anche l’unico potenziale testimone dei fatti di Ersta
muore in circostanze molto sospette. Indagando in coppia con la collega
Natalie, Meijtens si trova tra le mani un caso di spionaggio che risale a
molti anni prima. Anni in cui l’utile immagine della Svezia era quella
di un paese giusto e neutrale. Era davvero così? Chi era l’uomo
precipitato a Ersta? Alcuni indizi conducono a un nome in codice:
Tristano, un nome dietro il quale sembra nascondersi una grande
menzogna. Pubblicato da un piccolo editore, il romanzo di Magnus
Montelius è stato in Svezia la sorpresa della stagione letteraria: una
complessa storia di spionaggio che ha le sue radici nella guerra fredda e
scava nelle ragioni della scelta estrema di un gruppo di persone unite
un tempo da ideologie radicali e da un legame profondo. Un thriller
intrigante e intelligente, che alla sua uscita la stampa ha unanimemente
salutato come un esordio d’eccezione.
Bene, questa mia ultima lettura è di un nuovo autore della collana Giallo Svezia della Marsilio, collana che adoro, Magnus Montelius.
Rispetto ad altri libri della collana è meno improntato sul giallo e molto più sulla spy story con le indagini della coppia di giornalisti, giornalisti totalmente differenti tra loro sia come personaggi che come stile d'indagine ma proprio per questo la coppia si dimostra molto affiatata. Lo stile di scrittura all'inizio non mi ha preso molto, ma poi mi son abituato, e con il proseguio dell'indagine è cresciuto sempre di più l'interesse, la seconda parte è veramente superlativa, anche se forse lascia un pò l'amaro in bocca.
Diciamo che almeno per questo primo libro non ariva ai livelli eccelsi di autori come Camilla Lackberg o Jussi Adler Olsen, ma direi che il libro è ottimo e mi ha soddisfatto.
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