mercoledì 1 giugno 2011

Chimaira - Valerio Massimo Manfredi

Questa volta la mia ultima lettura è stata Chimaira di Valerio Massimo Manfredi, edito dalla Mondadori, ma prima la seconda di copertina.

Volterra: il giovane archeologo Fabrizio Castellani sta cercando di decifrare una misteriosa anomalia racchiusa nella famosa statua etrusca "L'ombra della sera", quando al telefono una voce gli ingiunge perentoria di abbandonare la sua ricerca. Nei giorni seguenti, nei pressi di una tomba, vengono ritrovati i corpi di uomini sbranati da una misteriosa belva di dimensioni inimmaginabili. Le vittime risultano tutte coinvolte nella profanazione della tomba, sede nell'antichità di un agghiacciante rituale. Nel frattempo gli archeologi ritrovano un'iscrizione che riporta una maledizione lanciata per un crimine orrendo commesso in tempi lontani. Temerario detective del passato, Fabrizio affianca le indagini del tenente Reggiani, convinto che un unico evento sia all'origine di tutto. Cosa nasconde l'enigmatica statua? Qual è la ragione di un'ira sanguinaria che pare avere origini lontanissime? Quale tragedia si cela dietro l'iscrizione? Riuscirà Fabrizio a scardinare tutti questi segreti? Valerio Massimo Manfredi ci coinvolge in una vicenda dal ritmo incalzante, piena di colpi di scena: la storia di un odio implacabile, di una sfida micidiale, di una passione bruciante capace di varcare la distesa dei secoli.

Oggi commento brevissimo. Questo è il mio primo libro di Valerio Massimo Manfredi, e devo dire che non mi ha colpito molto, non almeno in positivo, la storia poteva anche essere interessante, o per lo meno era di un genere a me affine con indagini sul  presente riferite ad eventi antichi, ma ho trovato il tutto senza mordente, insomma non mi ha catturato per nulla. In più i personaggi erano monodimensionali, nessuna sfaccettatura e questo non ha aiutato la storia. L'inizio è stato abbastanza pesante, si risolleva un po' nella fase centrale, ma non riesce mai a prendermi.

Certo è, che forse avrei dovuto avvicinarmi allo scrittore leggendo uno dei suoi libri storici e non su questo ambientato ai giorni nostri con solo riferimenti storici.

L'unica cosa che è mi è piaciuta è la frase che Fabrizio dice al Tenente Reggiani:
"Noi archeologi siamo anche degli investigatori, tenente, proprio come voi, ma con una differenza. Voi arrivate sul luogo del delitto qualche minuto, o al massimo qualche ora dopo il fatto. Noi dopo parecchi secoli."

4 commenti:

  1. Uffi io devo ancora leggere questo libro XD era meglio lo leggessi il tuo commento dopo averlo letto anch'io 'sto libro u_u

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  2. Io l'ho letto qualche anno fa e mi era piaciuto. Ne ho letti diversi di Manfredi. Il primo è stato "Lo scudo di Talos" al primo anno di liceo :)

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  3. Rici tu non fai testo, sei un'archeologa ovvio che ti piace XD

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  4. Ahaha! :P
    Beh, invece ho dei colleghi che detestano Manfredi per principio! :O
    Ma i miei archeo-romanzi preferiti in assoluto sono quelli che vedono come protagonista Amelia Peabody :) Devo scrivere un post sul mio blog al riguardo ;)

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Grazie della visita, se mi lasci un commento a me fa piacere :)

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